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Green pass falso, cosa si rischia? Sanzioni e reato della truffa su Telegram

Green pass falsi

Il Green pass falso comporta pene e conseguenze severe. Molti cittadini no-vax stanno acquistando certificati del green pass falsi sui gruppi di Telegram.

Cosa rischia chi vende i green pass falsi

I reati per chi falsifica e vende i green pass sono: falso e truffa.

La Guardia di Finanza sta analizzando e individuando chi si cela dietro i gruppi di Telegram attraverso i quali è nato un mercato nero dei green pass.

Chi ha creato i gruppi di Telegram e vende attraverso questi canali digitali i green pass falsi rischia pene severe: la reclusione da 1 a 5 anni e la multa da 309 a 1.549 euro (come prevede l’articolo 640 del Codice penale).

Anche chi compra i green pass rischia pene severe

Chi compra un certificato falso fornendo i propri dati anagrafici rincorre nel reato di falsificazione. Le falsificazioni di documenti ufficiali sono punite dalla legge nel nostro ordinamento dagli articoli 476, 477, 479, 480, 481, 482, 489, 491-bis e 495 del Codice penale, in base alla tipologia di condotta e al giudizio del pm. Nel peggiore dei casi si rischia il carcere da 1 a 6 anni. Sicura è la multa.

Dove e come avviene l’acquisto di un green pass falso

Sono stati creati diversi gruppi sul canale social di Telegram. Dopo essersi iscritti, prima si leggono le regole attraverso cui acquistare il green pass e poi si possono porre anche dei quesiti all’amministratore dei gruppi per poi procedere all’acquisto.

Gli amministratori chiedono una foto di carta d’identità e tessera sanitaria. Con 100 euro si riceve il Green Pass digitale, con 120 euro addirittura quello cartaceo. Sono previsti persino “sconti famiglia“: per quattro membri il costo totale è di 300 (digitale) o 350 (cartaceo).

I pagamenti avvengono in vari modi: da paypal e postepay passando per un semplice bonifico. Sono accettai anche i pagamenti attraverso i Bitcoin.